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Tratto dall'Osservatore Romano

Intervista a Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari

di Giovanni Zavatta

"Comunione e Diritto", rete di esperti nel campo della giustizia, e la "Scuola Abbà", centro studi interdisciplinare, sono due organismi dei Focolari che lei conosce bene. Conoscenza, cultura,formazione: sono queste le basi della riconciliazione e della pace?

Vorrei ancora rispondere con un'esperienza. Faccio parte della Scuola Abbà dal 1995, da quando Chiara ha allargato il gruppo di studiosi, cominciando a includervi discipline non solo teologiche.
Mi ha chiamato a farne parte proprio per il diritto.

Il primo impatto è stato l'esperienza di un'unità tutta nuova di anima e di mente, con Chiara e fra tutti noi, sempre rinnovata da un patto di amore scambievole vissuto con profondità mai immaginata, esigentissima e nello stesso tempo gioiosa e luminosa. In questo clima è cominciata anche per me l'immersione nella luce delle pagine scritte da Chiara nel 1949, in un periodo di particolare esperienza mistica, in cui da sempre aveva intuito esservi la fonte anche per il rinnovamento di politica ed economia, arti e scienze.

La vita nella scuola Abbà mi chiedeva di spostare tutto di me, anche le mie categorie giuridiche, per essere un nulla di amore che costruisce l'unità. Quando mi buttavo con tutta me stessa ad ascoltare quanto emergeva in teologia, in scienze, in matematica, in sociologia o in qualunque altra scienza, avvertivo che vivevo la giustizia, perché vivevo una relazione ordinata e armonica. A un certo punto mi è apparso evidente ciò che Chiara mi aveva detto un giorno: "Non basta la democrazia per fare un diritto nuovo, ci vuole la Trinità".

Ci vuole cioè l'esperienza di un sistema di relazioni reciproche basate sulla dinamica trinitaria, sul continuo e totale farsi nulla d'amore l'uno per l'altro, l'uno nell'altro, che conduce a edificare quella società perfetta dove non si vive senza legge, perché
la legge è quella dell'amore.Ciò che più mi affascina in questa visione del diritto è questa sua nuova dignità di mezzo indispensabile per contribuire a creare la comunione nella certezza che se si attua la relazione trinitaria si possono comporre tutti i dissidi, le controversie, le rivendicazioni.

Si compongono in unità concetti che paiono contrapposti: individuo e comunità; giustizia e
misericordia. Questa luce mi ha svelato in modo nuovo quanto è forte il capovolgimento portato da Gesù. Quante volte nel Vangelo ricorre il concetto di liceità, spesso sotto forma di domanda rivolta a Gesù, o a volte da lui rivolta ai suoi interlocutori. E pur nel pieno rispetto delle prescrizioni della legge di Mosè si vede come la maggiore giustizia richiesta da Gesù ai suoi è opera di riconciliazione, di amore, che ha come fine la comunione con Dio e con i fratelli.

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