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Mariapoli Ginetta-Vargem Grande Paulista
25 gennaio 2008

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Messaggio di CHIARA LUBICH

Carissime e carissimi,
so che siete convenuti nella Mariapoli Ginetta, dai diversi Stati del Brasile, per dar vita ad un congresso nazionale per studiosi ed operatori del diritto sul tema “Diritto e Fraternità”.

A tutti ed a ciascuno il mio saluto ed il mio augurio più vivo e sincero.

Il tema che vi siete proposti è stimolante e richiama subito alla nostra mente – e più ancora al nostro cuore – la grande carenza di fraternità che affetta tutti i rapporti umani.

Gli uomini si ritrovano spesso a vivere, in questo mondo definito “villaggio globale”, gli uni accanto agli altri, ma non gli uni insieme agli altri, anzi spesso con la paura e la sfiducia negli altri e quindi in una grande solitudine. 

Questo perché, nella crisi di civiltà, autentica notte culturale, che siamo vivendo e che investe ogni settore della vita umana, si va smarrendo il senso e il valore della relazione.

Saprà il diritto riscoprire la propria funzione di strumento utile per la costruzione di relazioni giuste tra gli uomini e società e venire incontro alla esigenza di giustizia presente in ogni cuore umano?

Saprà produrre leggi che promuovano relazioni animate dalla reciprocità e basate sull’amore fraterno e suggerire comportamenti dettati dall’osservanza di questo precetto fondamentale, posto alla base della convivenza?

Sono sicura che sentite particolarmente vostro questo impegno e vorrei, se me lo permettete, offrirvi la nostra esperienza. 

Anche noi, poche ragazze, in una Italia dilaniata dalla guerra che portava con sé il triste bagaglio di ingiustizie ed odi, ci siamo sentite chiamate a  vivere per un mondo diverso, un mondo di fraternità, ed abbiamo scoperto nel Vangelo il codice della nuova vita che sentivamo germogliare in noi.    

Il Vangelo dava sostanza al nostro desiderio e ci presentava, nel comandamento dell’amore reciproco, il fondamento indispensabile per poter vivere in terra la vita del cielo.

Il Vangelo ci faceva conoscere un Dio fatto uomo, che condivideva i nostri dolori, le nostre difficoltà, e ci si faceva modello, insegnandoci ad essere figli di un solo Padre e ad essere fratelli gli uni degli altri.

Dal nostro deciso impegno nel vivere il Vangelo è nato il Movimento dei Focolari, una famiglia nuova, un popolo nuovo, che, da un punto all’altro della terra, sperimenta relazioni di fraternità: condivide beni, gioie, dolori; accoglie, sostiene, corregge, incoraggia, spinge verso traguardi sempre nuovi per allargare i suoi confini fino a tutti gli abitanti del pianeta.

Conosco i brasiliani, la loro generosità, il loro senso di giustizia sociale, il loro desiderio di superare ogni forma di discriminazione, la loro apertura ai valori veri.

So che siete capaci di quella fraternità che dovrebbe sottostare alle norme- e sarà compito di quanti, fra voi, potranno contribuire a fare le leggi -ma che può già sottostare alla vita giuridica concreta, trasformando università, tribunali, carceri, in luoghi dove si dimostra che è possibile, se ci si lascia guidare dal Vangelo, vivere da fratelli anche fra avvocati e giudici, fra colpevoli e vittime, fra detenuti e poliziotti, e così via.

Questo è quanto Dio vi chiede! Questo il mio augurio per voi, accompagnato dalla preghiera e dalla promessa che il Movimento dei Focolari sarà sempre al vostro fianco in questo ardito, ma indispensabile, impegno!       
            
 

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